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V^ Congresso Regionale Acli Terra Sicilia. Con la Pac alla Sicilia 4,2 miliardi di euro in sette anni

Con la Pac (la politica agricola comunitaria) le 220 mila imprese agricole siciliane riceveranno in sette anni 4,2 miliardi di euro finanziati da fondi europei. Precisamente, ogni anno l’Isola incasserà circa 605 milioni. Sono alcuni dei dati che emergeranno nel corso del V^ Congresso regionale di ACLI Terra Sicilia, dal nome “La Terra alimenta il futuro: Risorse e valori di un mondo rurale che cambia”, che si terrà venerdì 22 novembre 2013 alle ore 10.30 presso la Sala delle Lapidi, a Palazzo delle Aquile. Tra i temi al centro dell’incontro: le aziende agricole siciliane colpite della crisi economica; la riforma della PAC; l’importanza dell’agricoltura e dell’agroalimentare per l’ economia siciliana e per lo sviluppo dei territori rurali; il rilancio del ruolo dei giovani per lo sviluppo delle imprese. “Gli elementi più rilevanti nella riforma - afferma Nicola Perricone, presidente delle Acli Terra - sollecitano la necessità di promuovere un vero piano nazionale di sviluppo dell’agricoltura. Si tratta di un particolare sostegno destinato a incentivare l’accesso dei giovani in agricoltura”. Saranno presenti Giuseppe Castiglione, sottosegretario di Stato del ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali; Dario Cartabellotta, assessore regionale alle Risorse agricole ed alimentari; Cesare Lapiana vice sindaco del Comune di Palermo; Giuseppe Barbera, assessore comunale Vivibilità, verde, Reti telematiche e Innovazione; Salvatore Orlando Presidente del Consiglio Comunale, Salvatore Finazzo vice Presidente del Consiglio Comunale, Gianni Bottalico, presidente nazionale delle ACLI; Santino Scirè vice presidente nazionale delle ACLI e presidente regionale delle ACLI e Michele Zannini presidente Nazionale di ACLI Terra.

SICILIA: Ma in che Sud viviamo? rischio povertà, deserto industriale… e l’agricoltura?

Numerosi sono oggi gli interrogativi che ci poniamo e tutte le analisi ed elaborazioni evidenziano una situazione economica e sociale difficile. Il recente “Rapporto Svimez 2013” ha evidenziato che il Mezzogiorno corre il rischio concreto di “desertificarsi” dal punto di vista economico e industriale in quanto la crisi del mercato del lavoro e la riduzione della domanda interna di consumi rappresentano elementi negativi per l’economia meridionale. I valori elaborati evidenziano che nel 2012 il PIL (prodotto interno lordo) è calato nel Mezzogiorno del -3,2%, appesantendo la flessione già registrata l’anno precedente (-0,6%). Il calo è stato superiore di oltre un punto a quello rilevato nel territorio nazionale (-2,1%). Dettaglio assolutamente non trascurabile, ancora, che dal 2007 il tasso di crescita del PIL meridionale risulta negativo. La crisi quindi colpisce tutta l’Italia ma che grava in maniera assai marcata sul Mezzogiorno, accentuando così il noto divario tra economia del Centro-Nord e del Sud. Nel 2012 anche i consumi finali interni hanno segnato al Sud un calo del -4,8%, di un punto percentuali maggiore rispetto a quello del Centro-Nord (-3,8%), differenza determinata dalla dinamica dei consumi delle famiglie ed è riconducibile al un calo dell’occupazione di quasi quattro volte maggiore che al Nord (-4,6% contro -1,2%). Di conseguenza si assiste ad un calo della spesa, al Sud del -11,3% per i consumi alimentari, a fronte del -8,8% del Centro-Nord; e di ben il -19,2% per il vestiario e calzature, quasi doppio che nel resto del Paese (-11,4%); e di un vero e proprio crollo degli investimenti dell’industria in senso stretto, ridottisi tra il 2007 e il 2012 di quasi il 47%. Il Presidente Regionale di ACLI Terra Sicilia Nicola Perricone: “Bisogna ripartire dalla TERRA: il settore primario [...]

Acli Terra costernata per il drammatico disastro ambientale che sta sconvolgendo l’Italia

Il Presidente nazionale di Acli Terra, Michele Zannini, esprime solidarietà alle popolazioni sarde, gravemente colpite dalle alluvioni, che, in questi giorni, hanno messo in ginocchio tutto il territorio. Oltre al profondo dolore e a sentimenti di fraterno cordoglio alle famiglie delle vittime, Zannini ha manifestato la sua preoccupazione anche per i danni ingenti all’intera economia della Sardegna ed, innanzitutto, alle aziende agricole ed al sistema agroalimentare nel suo complesso. Nelle campagne sono stati distrutti molti ettari di raccolti e, con essi, anche stalle e magazzini, con risvolti drammatici per chi ha investito nel comparto agricolo sardo. Piogge incontenibili hanno allagato i terreni agricoli che non sono riusciti ad assorbirne l’enorme quantità d’acqua, generando esondazioni e smottamenti . Mentre ingenti danni si registrano anche in altri territori, come nella Calabria ionica, dove l’agricoltura è stata profondamente compromessa, appare ormai non più rinviabile la scelta di attivare urgentemente interventi di tipo straordinario per sostenere le aree rurali. Altrettanto indispensabile ed urgente è predisporre un programma di prevenzione e manutenzione ordinaria del territorio, al quale il Governo deve destinare risorse specifiche per la tutela organica del suolo, necessaria ad evitare ulteriori dissesti idrogeologici, causati, principalmente, dall’abuso edilizio e dalla cementificazione consentita o tollerata anche nei comuni a rischio. Roma 20.11.2013  

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