acli terra

Un appello contro la piaga del Caporalato

Acli Terra, l’associazione professionale agricola delle Acli, esprime vicinanza alla comunità di Capitanata per l’ennesima tragedia che colpisce il settore agricolo violentato dalla piaga del caporalato che oltre a ledere e mortificare la dignità dei lavoratori, miete senza soluzione di continuità centinaia di vittime. Facciamo nostro l’appello della società civile nel gridare basta e ci uniamo agli amici delle Acli di Foggia nel sostenere una battaglia di civiltà, legalità e buon senso. I lavoratori stranieri contribuiscono in maniera determinante all’economia agricola del Paese e costituiscono una presenza importante nella produzione di generi agroalimentari di qualità. Il nostro “Made in Italy” non può essere oscurato dalla pratica della illegalità e dello sfruttamento che genera morte e alimenta la presenza malavitosa. Il comparto agricolo da tempo ha scelto con decisione la strada dell’attenzione alla sicurezza alimentare e ambientale, l’utilizzo del lavoro buono, la valorizzazione della sana cultura rurale che non fonda le sue radici sullo sfruttamento del capitale umano. Chiediamo alle autorità di assumere iniziative serie sulla condotta irregolare delle aziende a tutela dei lavoratori ed alla società civile di rendersi corresponsabili nella segnalazione di pratiche disumane che causano morte.

Ziglio: “La nuova Pac penalizza gli agricoltori e le piccole imprese”

“Siamo al fianco delle piccole imprese e dei produttori agricoli che non possono patire ulteriori tagli alle risorse a loro destinate dalla PAC”. È quanto dichiarato dal presidente nazionale di Acli Terra, Antonino Ziglio, durante i lavori del Comitato nazionale che si è tenuto il 18 luglio, a Roma. Un incontro proficuo, durante il quale si è discusso ampiamente dei tagli previsti dalla PAC 2021-2027 che per l’Italia significherebbero circa 4 miliardi in meno da destinare al comparto agricolo. Da quanto si apprende da fonti comunitarie, infatti, la proposta della Commissione europea per il nuovo periodo prevede forti riduzioni alla Pac, da 408,3 a 378,9 miliardi, tagli al settore agricolo per un ammontare totale di 2,7 miliardi di euro all’anno in meno, rispetto al periodo di programmazione precedente. “Una penalizzazione inaccettabile – ha commentato Ziglio – che va ad incidere pesantemente sulla qualità del Made in Italy e sull’importanza della dimensione rurale dell’agricoltura del nostro Paese”. Una considerazione condivisa all’unanimità da tutti i componenti del Comitato che, hanno espresso, forti preoccupazioni anche per l’economia globale, legata inevitabilmente alla produzione di cibo, elemento essenziale e radicale per la sopravvivenza. Durante la riunione di Comitato sono stati affrontati diversi temi di carattere politico, questioni che confluiscono nella visione strategica del futuro dell’Associazione professionale agricola delle Acli. Le linee guida di Acli Terra, infatti, riguarderanno l’agricoltura sociale, il rapporto tra giovani e lavoro e il loro ritorno in agricoltura, l’ambiente, l’agricoltura biologica e la valorizzazione delle aree interne e del Mezzogiorno.

Lo sviluppo del settore corilicolo in Italia promosso dal “Progetto Nocciola”

Un'iniziativa congiunta di Ferreo e Ismea  ha dato vita al "Progetto Nocciola", un ambizioso programma di sviluppo quali-quantitativo del comparto e che coinvolge l'intera filiera di produzione corilicola. Ad oggi, le Regioni che hanno aderito sono Toscana, Lazio, Piemonte e Basilicata. "Siamo entusiasti di questo progetto - ha dichiarato Emanuele Brescia, componente Lucano della presidenza nazionale di Acli Terra -. In Basilicata sono moltissimi gli agricoltori interessati alla coltura del nocciolo e noi speriamo che questo settore possa espandersi anche da un punto di vista imprenditoriale". Per approfondimenti, consulta questo articolo

Riso, pasta e grano, il decreto per l’etichettatura una buona notizia

“Per Acli Terra, il decreto sulla tracciabilità di pasta e riso è motivo di grande soddisfazione”. Lo ha dichiarato il presidente Giuseppe Cecere, nel corso della riunione di presidenza dell’Associazione professionale agricola delle Acli. Da ieri, 20 luglio, infatti, i Ministri Martina e Calenda hanno dato il via libera al decreto che per un periodo sperimentale di due anni introduce in Italia l'obbligo dell'indicazione d'origine in etichetta per il grano da pasta ed il riso Sulle confezioni sarà obbligatorio indicare il Paese di coltivazione del grano e quello di molitura e la provenienza del grano utilizzato. “Si tratta di una sfida che l'Italia è pronta a lanciare soprattutto per tutelare il made in Italy – ha aggiunto Cecere – con l’auspicio che l’Unione Europea completi il regolamento sull'etichettatura e superi le attuali reticenze. Per noi contano i produttori e i consumatori ed è fondamentale proteggerli con regole chiare e trasparenza, affinché le produzioni agroalimentari italiane possano mantenere il loro primato di qualità.”

Cecere: “Finalmente è realtà il reimpianto degli oliveti”

“Esprimiamo soddisfazione per l’orientamento della Commissione Europea alla concessione della possibilità di reimpianto degli oliveti colpiti dalla Xylella” è quanto ha dichiarato il presidente nazionale di Acli Terra, Giuseppe Cecere, a seguito dell’annuncio dell’europarlamentare Paolo de Castro. La Commissione Ue, infatti, permetterà il reimpianto delle varietà di olivi “Leccino” e “Favolosa” in quanto tolleranti al batterio che ha desertificato le zone agricole della Puglia. “Siamo grati al Ministro delle politiche agricole, Maurizio Martina, per l’impegno profuso per l’ottenimento di questo traguardo importantissimo- ha sottolineato Cecere - All’inizio, infatti, le resistenze iniziali da parte dell’Unione Europea avevano dato segnali di sfiducia ma grazie anche all’intermediazione del Vice presidente della Commissione agricola Europea, De Castro, che ringraziamo, sono stati superati quegli ostacoli che avrebbero definitivamente distrutto un patrimonio mondiale, qual è quello degli ulivi secolari”. La prossima tappa sarà il 19 giugno, data in cui sarà ufficiale la decisione presa dal Comitato fitosanitario permanente che, finalmente, permetterà di creare le condizioni per rilanciare le attività imprenditoriali degli olivicoltori.

Xylella, Cecere: “Tornino gli ulivi dove ora c’è il deserto”

Durante la Conferenza che si è tenuta ieri a Bari, dal titolo “Rafforzare la cooperazione internazionale nel settore agricolo nella Regione mediterranea”, il Commissario Ue all’agricoltura, Phil Hogan, ha annunciato l’apertura di un canale di negoziato con Bruxelles per trovare la migliore soluzione per il reimpianto degli ulivi nelle zone infette dalla Xylella fastidiosa. «Prima di venire in Puglia – ha sottolineato il Commissario - mi sono confrontato con l'amico e collega Vytenis Andriukaitis (commissario alla Salute, ndr) che ha in carico il dossier sulla batteriosi e che ha espresso la volontà di rimuovere il divieto di reimpianto degli ulivi, anche sulla base della comunicazione attesa da parte dell'Efsa nel prossimo marzo». «È una notizia che ci rende soddisfatti. – ha dichiarato Giuseppe Cecere, presidente nazionale di Acli Terra – Finalmente, dove ora c’è il deserto, sarà possibile reimpiantare gli ulivi, il simbolo della forza della regione Puglia. Non è assolutamente accettabile lasciare che i nostri territori restino così. È necessario, però, che il reimpianto degli ulivi diventi generalizzato e non solo sperimentale, rafforzando i controlli e sfruttando anche le opportunità offerte dal Piano olivicolo nazionale.» Oltre ad Hogan, alla conferenza di Bari era presente anche Paolo De Castro, vice presidente della commissione Agricoltura del parlamento europeo, che è intervenuto per assicurare la piena disponibilità dell’Europa per far fronte al problema, nell’ottica della collaborazione con la Regione Puglia. «È però evidente – ha sottolineato De Castro -  che dobbiamo dimostrare di essere capaci di contenere la diffusione del batterio per chiedere delle deroghe all'applicazione della decisione Ue che, ad oggi, ha bloccato tutto il Salento».

Maltempo: Acli Terra chiede stato di calamità

L’eccezionale ondata di maltempo che ha colpito il Paese in questi giorni, ha causato danni gravissimi soprattutto nelle regioni del Sud, Puglia e Basilicata in particolare, e nelle aree già gravate dallo sciame sismico degli scorsi mesi. Masserie isolate, animali stremati dal freddo, vigneti, ortaggi e agrumi distrutti dal gelo sono solo alcune delle situazioni più problematiche che si registrano nei territori in cui l’economia è in ginocchio e gli interventi strutturali sembrano non essere sufficienti. Nonostante il grande operato della Protezione Civile, infatti, la situazione non è ancora rientrata, anche perché è impossibile fare una stima precisa dei danni. Ad aggravare la situazione vi sono anche i ritardi nella consegna delle stalle provvisorie, per la messa in sicurezza del bestiame, con la conseguente moria degli animali. Per questo motivo, il presidente nazionale di Acli Terra, Giuseppe Cecere, fa appello al Governo affinché venga riconosciuto lo stato di calamità. Tale azione permetterebbe alle aziende agricole e gli allevamenti danneggiati di ripartire e ripristinare, almeno in parte, la propria attività e, di conseguenza, gli esercizi commerciali ad essa legati, come quelli caseari. «Servono strumenti “straordinari” di azzeramento burocratico per favorire agricoltori e allevatori colpiti dal maltempo – sostiene Cecere - Ci rivolgiamo al Ministro Martina, consapevoli dell’urgenza di soluzioni per un comparto essenziale per l’economia di tutto il Paese, per chiedere la massima tutela dei lavoratori e delle aziende agricole e zootecniche e, soprattutto, sostegni per la copertura totale delle spese necessarie alla sopravvivenza delle attività.»

Terremoto: Acli Terra, bene le azioni di sostegno temporanee ma si deve ricostruire

Le ultime scosse di terremoto che hanno colpito il Centro Italia hanno creato numerosi danni alle persone, alle aziende e alla viabilità delle tre regioni maggiormente toccate. La situazione si aggrava, considerando gli enormi disagi che il sisma ha causato a tutto il comparto agricolo e zootecnico in particolare, un sistema che offre lavoro ad almeno diecimila persone e che vive attualmente una situazione disastrosa. “Servono interventi urgenti per la messa in sicurezza degli animali e delle aziende agricole – ha dichiarato il presidente nazionale di Acli Terra, Giuseppe Cecere – perché la situazione è al collasso e non possiamo permettere che tutte le risorse del settore vengano messe nuovamente in ginocchio. Un primo passo è stato fatto con l’acquisto di 107 stalle provvisorie che serviranno agli allevatori del Lazio a stare vicini ai propri animali ma, con l'arrivo del freddo, occorre incrementare il numero di questi moduli per allargarne la disponibilità anche alle altre regioni e intervenire per la messa in sicurezza delle strutture lesionate. Pertanto, ringraziamo il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, per le immediate azioni a sostegno del sistema agricolo e allevatoriale che sono state decise, tra le quali una misura urgente messa a disposizione dal ministero per la copertura del mancato reddito delle imprese. Siamo però convinti che il Governo debba continuare ad assicurare tutta l’assistenza tecnica e informativa agli agricoltori per permettere loro di accedere ai fondi previsti dai psr e di risollevare le sorti di un settore importantissimo per l’economia e l’identità di tutto il Paese.”

Il Caporalato si contrasta con la qualità del lavoro

A commento dell’approvazione in Senato del ddl sul contrasto al Caporalato, il presidente nazionale di Acli Terra, Giuseppe Cecere, ha espresso soddisfazione per questo primo grande passo contro l’aberrante piaga dello sfruttamento dei lavoratori in agricoltura. «Non è più accettabile - afferma Cecere - che più di 400mila lavoratori, stranieri e italiani, debbano essere sottoposti a condizioni di lavoro che ledono la dignità umana e la qualità della produzione agricola delle nostre terre. L’auspicio è che il testo del ddl possa essere approvato rapidamente anche in Parlamento affinché diventi operativo il contrasto allo sfruttamento della manodopera grazie, tra l’altro, all’introduzione del principio della corresponsabilità penale tra il caporale e l’impresa che si serve dei metodi mafiosi di reclutamento. Non è da sottovalutare, invece, il dato legato alla svalutazione dei costi dei prodotti agricoli che rappresenta comunque una forma di sfruttamento del lavoro contadino. In quest’ottica,- conclude Cecere - siamo certi che la rete del lavoro agricolo di qualità, prevista dal testo del disegno di Legge, possa garantire più controlli sull’eticità dell’intera filiera agroalimentare per prevenire e punire tutti gli episodi che portano, inevitabilmente, all’annullamento della dignità lavorativa e all’indebolimento sul mercato del valore del prodotto agricolo italiano.»

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