ACLI TERRA esprime perplessità e contrarietà su due temi nella agenda europea che riguardano l’agroalimentare.
Il primo è quello del Nutriscore, la cosiddetta etichettatura a semaforo, sul quale l’Associazione aclista ribadisce assoluta contrarietà, sostenendo la tesi italiana dell’etichettatura a tabella.
“La notizia che il Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea abbia definito la prima tipologia migliore per i consumatori la consideriamo una pessima nuova – ha dichiarato il presidente nazionale, Nicola Tavoletta – derivante da una parziale lettura del quadro nutrizionale di una dieta regolare ed esemplificando estremamente la comunicazione deviando dalla complessità degli equilibri, quasi a mortificare la capacità di discernimento delle persone”.
I prodotti, secondo Tavoletta, si devono scegliere in base ad una educazione alimentare che si tramuta in una dieta equilibrata nella diversificazione, non nella classificazione del singolo prodotto.
Tale logica semplicistica danneggia i Paesi con una produzione variegata, artigianale e più naturale, come , appunto, l’Italia con tutte le sue innumerevoli specificità qualificate.
Il secondo tema è relativo alla proposta di Regolamento UE sull’uso sostenibile dei pesticidi.
Tale proposta si basa sulla politica del Green Deal e del Farm to Fork, che è stata varata in un contesto mondiale completamente diverso dall’attuale, caratterizzato da drammatiche crisi per i produttori compresa quella energetica.
“Una drastica e immediata riduzione in Italia del 62% – ha affermato il Presidente – implica un impatto esplosivo per gli equilibri lavorativi ed economici delle nostre aziende agricole, in un momento dove, inoltre, non ci sono nuove soluzioni tecniche e in una realtà, quella italiana, dove da anni, con una gradualità spedita, sta aumentando addirittura il biologico con una forte dimostrazione di sensibilità da parte degli operatori, così come abbiamo affermato ad ACLI TERRA BIO & LAV al SANA 2022 a Bologna.
ACLI TERRA – conclude Tavoletta – è una organizzazione profondamente europeista e proprio per questo pone delle riflessioni critiche per rafforzare l’intera filiera agroalimentare del nostro Continente”.