Il Parlamento europeo ha approvato ieri la sua posizione sulla proposta di regolamento sul “Ripristino della natura”. La legge impone agli stati membri di ripristinare il 20% delle aree terrestri e marine in modo da fermare la perdita di biodiversità entro il 2030 e successivamente estendere lo stesso concetto a tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050. Inoltre la legge esprime la volontà di garantire nessuna perdita di spazi verdi urbani entro il 2030 e programmarne un aumento del 5% entro il 2050.
È inoltre previsto un minimo del 10% di copertura arborea in ogni città, la riumidificazione delle torbiere prosciugate, l’aumento della biodiversità nei terreni agricoli, il ripristino degli habitat nei fondali marini e la rimozione delle barriere fluviali per liberare 25mila chilometri di fiumi in modo da prevenire disastri durante le alluvioni. Si stima che gli investimenti per il recupero dell’ambiente, per ogni euro speso, porteranno fra gli otto e i 38 euro in benefici.
Il voto di ieri è frutto di negoziati e modifiche facendo si che venisse approvato uno schema utile alla salvaguardia dell’agricoltura e dell’ambiente: la legge sul “Ripristino della Natura” rappresenta un’opportunità per promuovere pratiche agricole sostenibili. – commenta Nicola Tavoletta, Presidente nazionale ACLI Terra. L’agricoltura è un settore cruciale per l’economia e il sostentamento delle comunità, ma può anche avere un impatto significativo sull’ambiente.
La legge incoraggia l’adozione di pratiche agricole responsabili, promuovendo l’uso sostenibile delle risorse, la protezione del suolo e la riduzione dell’utilizzo di sostanze chimiche nocive. ACLI Terra augura che ciò contribuirà a preservare la fertilità del suolo, a ridurre l’inquinamento e a garantire la sicurezza alimentare a lungo termine.