Si è tenuto oggi, presso la sala consiliare di San Giovanni in Persiceto, l’evento “Ci sta un fatto…” dedicato alla memoria di Giuseppe Fanin a 70 anni dalla sua tragica morte. Una sala gremita di giovani ha seguito attentamente il dibattito, moderato dal giornalista Rai, Giorgio Tonelli che ha accolto i vari interventi ricordando il ruolo di Fanin nell’attivismo sindacale delle Acli. Particolarmente significativa la presenza di Carlo Fanin, fratello di Giuseppe.
Dopo i saluti di Enrico Configlioli, presidente del Circolo Fanin di San Giovanni in Persiceto, sono intervenuti Filippo Diaco, Presidente provinciale delle Acli di Bologna e Luca Conti, Presidente regionale delle Acli Emilia Romagna. Interventi che si sono concentrati sull’eredità morale che Giuseppe Fanin ha lasciato alle Acli, una memoria preziosa che bisogna onorare con la stessa passione del martire brutalmente ucciso a soli 24 anni.
A seguire, il Sindaco della cittadina Emiliana, Lorenzo Pellegatti ha annunciato che il 19 gennaio verrà proiettato, nella stessa sala consiliare, il film sulla vita di Fanin e sarà possibile incontrare i suoi familiari.
Anche il presidente nazionale delle Acli, Roberto Rossini, ha parlato della memoria del Servo di Dio ricordando la normalità di un uomo, diventato martire per la difesa della libertà, e ribadendo che «è doveroso per le Acli rievocare la figura di questo credente, impegnato a favore dei lavoratori più umili, in una terra difficile per i cattolici che lavoravano nel sindacato come era l’Emilia Romagna dei primi anni del dopoguerra. Le Acli sono vive – ha aggiunto Rossini – e così l’Italia, grazie al sacrificio di uomini capaci di avere una visione e di saperla difendere anche quando i pericoli suggerirebbero più prudenza. Ma come è scritto sul cippo a lui dedicato, Fanin aveva accettato anche la strada bagnata dal sangue, perché è quella che porta sicura alla mèta».
Una vita dedicata al lavoro, all’agricoltura e ai contadini, quella di Fanin, come ha sottolineato il presidente nazionale di Acli Terra, Antonino Ziglio, che ha affermato la necessità di trasmettere a chi viene dopo di noi le esperienze anche dei cosiddetti “santi minori”. L’impegno politico di Acli Terra è legato anche al riscatto sociale della classe contadina, “un’utopia anche di cambiare il mondo”.
«Noi di Acli Terra abbiamo una responsabilità: attualizzare il pensiero di Fanin, soprattutto in tema di diritto al cibo e all’acqua per tutti e alla salvaguardia dell’ambiente. È fondamentale – ha concluso Ziglio – che le nuove generazioni si impegnino per lo sviluppo di questi diritti che si legano, in modo indissolubile, alla fratellanza e all’impegno politico per la tutela dei paesi meno abbienti, come l’Africa»
L’evento si è concluso con l’intervento del Mons. Giovanni Silvagni, Vicario generale dell’Arcidiocesi di Bologna, che ha parlato del razzismo, della piaga del caporalato, del lavoro nero e della povertà legata allo sfruttamento dei più deboli.
Nel pomeriggio, a conclusione della celebrazione della memoria di Fanin, si terrà il consueto incontro della presidenza nazionale di Acli Terra che sarà dedicata all’impegno e al dialogo dell’attivismo cristiano del Servo di Dio.