Per Acli Terra, l’approvazione della Legge sull’Agricoltura sociale rappresenta un importante segnale di attenzione nei confronti di un comparto economico capace di generare, nelle sue stesse dinamiche, nuove opportunità di produzione, di lavoro e di servizio alle comunità e alle persone.
Per Michele Zannini, Presidente nazionale dell’Associazione professionale agricola delle Acli, «l’agricoltura sociale integra le funzioni di un’economia che si incarica da sempre di custodire le produzioni tipiche, le biodiversità, le eccellenze e, contemporaneamente, di salvaguardare il territorio, l’ambiente, il clima e le tradizioni.
La dimensione sociale è dunque connaturata ad un’attività che, proprio sul piano culturale, non può prescindere dalle persone e dai loro bisogni, soprattutto quelli di relazione.
Le Regioni e le realtà locali dovranno impegnarsi ad attuare le norme della Legge armonizzando quanto hanno già prodotto, o stanno per produrre, sul piano legislativo, con i principi della Legge nazionale.
È fondamentale, però, che la Legge non sia immaginata solo come uno strumento necessario a favorire in modi originali l’inserimento nel mondo del lavoro di persone che soffrono di qualche forma di svantaggio.
Le pratiche di agricoltura sociale possono dare concretezza ad un orizzonte di valori molto più ampio, che tende a considerare “normale” l’idea di un modello di economia, come quello agricolo, che è per sua natura comunitario, accogliente e solidale».