Acli Terra e AGCI (Associazione Generale delle Cooperative Italiane) sono state ricevute oggi a Ginevra per un’audizione con l’Osservatore Permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, mons. Ettore Balestrero. L’incontro, volto a presentare un’analisi e proposte sul ruolo dell’azienda familiare come motore dello sviluppo sostenibile, ha riscosso il pieno appoggio del diplomatico.
Durante l’audizione è stato illustrato un documento, elaborato da un team di esperti coordinato dal Professor Attilio Celant, che propone soluzioni concrete per il settore.
Tra le proposte chiave del documento figurano:
La promozione di percorsi formativi specializzati per i giovani, come gli ITS, per favorire il ricambio generazionale.
L’incentivo alla digitalizzazione per colmare il “digital divide” e migliorare la competitività delle imprese.
La creazione di “hub sociali” per rompere l’isolamento dei territori rurali e renderli più attrattivi.
Nicola Tavoletta, Presidente Nazionale di Acli Terra, ha sottolineato l’importanza della missione:
“Questa trasferta a Ginevra è stata fondamentale per tracciare una ‘road map’ che valorizzi la forza economica e sociale del modello dell’impresa familiare nell’agroalimentare. Il nostro obiettivo è rafforzarlo in Italia e in Europa ed esportarlo anche nei Paesi in via di sviluppo. È un modello che ha bisogno di maggiori diritti per i suoi componenti, in particolare sul welfare, ma anche di investimenti in formazione, tecnologia e infrastrutture. Dobbiamo rendere desiderabile l’idea di essere dirigenti in un’impresa familiare, dimostrando che non si tratta di un percorso di serie B rispetto ad altre realtà”.
Una impresa epocale come confermato da Antonello Capua, Presidente di AGCI Agroalimentare
“Le Family Farm non sono soltanto unità produttive: sono presidi sociali, culturali e ambientali. Hanno garantito per decenni la coesione territoriale, la solidarietà intergenerazionale e la resilienza delle comunità rurali. Ma oggi, la crisi demografica, la mancanza di ricambio generazionale, la carenza di innovazione, la frammentazione politica e le nuove barriere economiche imposte da attori globali ci impongono di agire con urgenza. Serve una strategia europea che riconosca il valore identitario delle imprese agricole familiari e le sostenga con strumenti concreti: investimenti in formazione, digitalizzazione, accesso al credito, semplificazione burocratica e valorizzazione ambientale. Non possiamo permetterci di perdere questo patrimonio. È necessario supportare le ‘Family Farm’ per garantire la loro competitività e il futuro del settore rurale. Proponiamo la cooperativa agricola come soluzione concreta per superare le fragilità dell’impresa individuale, come il ricambio generazionale, e per accedere più facilmente a finanziamenti. L’obiettivo è promuovere un modello di sviluppo basato sulla sostenibilità, l’inclusione e la comunità, che riporti il mondo rurale al centro della nostra società”.
Le due associazioni hanno inoltre concordato un’agenda di lavoro comune per ampliare le relazioni internazionali e promuovere il tema a livello globale.