Dopo un lungo periodo in cui l’economia del Mezzogiorno è stata sistematicamente sotto la media italiana, nel primo semestre del 2024 si confermano i segnali che già nel 2023 davano indicazioni di una inversione di tendenza con un ritrovato processo di convergenza tra l’economia del Sud Italia e la media nazionale. Si stima infatti che il Pil del Mezzogiorno crescerà nel 2024 (poco sotto l’1%, in linea con la media nazionale), dopo i positivi dati del 2023 (+1,3% contro +0,9% in Italia). È il messaggio che emerge dall’ultimo numero del “Panorama economico di mezz’estate del Mezzogiorno” pubblicato da SRM, Centro Studi collegato al gruppo Intesa Sanpaolo. Una visione del Sud diversa, in cui la voglia di investire, la presenza di realtà innovative e le prospettive di crescita evidenziano numeri inattesi e forniscono spunti di riflessione per la crescita del Paese.

Il Sud cresce addirittura di più del Paese
Si irrobustisce il tessuto imprenditoriale: al II trimestre 2024 si contano oltre 1,72 milioni di imprese attive con un consolidamento della presenza di Società di capitale che segna un +4% rispetto al 2023, contro un +3,3% per l’Italia. Aumenta l’occupazione: a fine 2023 nel Mezzogiorno si contano 6,3 milioni di occupati, quasi il 27% del totale Italia, con una crescita maggiore del dato nazionale (+3,1%, contro +2,1%). L’export continua a crescere: al I trimestre 2024, il Sud registra un export che supera i 17 miliardi di euro, +5,8% rispetto al 2023 (in controtendenza rispetto al dato Italia, in calo del -3,5%). Sono in aumento anche le PMI innovative: a luglio 2024, si contano 607 unità (il 21% dell’Italia) con una crescita annua del 16,3% (in Italia +13,4%); le startup innovative, dal canto loro, sono 3.702 (il 28,8% dell’Italia) e, seppur in calo, con performance migliori del dato nazionale (-1,7% contro -7,2%).
Il Sud è il serbatoio di energia green del Paese: nell’area si produce oltre il 39% del totale dei GWh generati da fonti rinnovabili con punte nell’eolico che superano il 96%. Aumenta la sensibilità verso il tema ambiente: al Sud si contano 231 Comuni “Rifiuti Free” e il recupero dell’area è significativo con una crescita del 31% nell’ultimo anno (in Italia +11%). Centrale per l’economia è il “terzo settore”: il Sud, ha quasi 100.000 enti No Profit (il 27,5% del totale) in lieve crescita nell’ultimo anno (+0,2%; Italia -0,5%).
I porti del Meridione trasferiscono il 47% delle merci nazionali e le presenze turistiche sono ai livelli prepandemici.
Insomma vi è una brezza nuova nell’Italia meridionale o in questa regione d’Europa e Acli Terra propone alla propria classe dirigente di averne consapevolezza.
Oggi dobbiamo cambiare le vele e gli scafi perché anche una leggera brezza ci faccia navigare veloci e questo ricambio si può avere solo con un piano infrastrurale investendo seriamente i fondi della Programmazione Europea 2021/27.
Per quanto riguarda l’agroalimentare e l’ambiente il PSR e il FEAMPA.
Questa deve essere la nostra priorità, come Associazione Professionale Agricola e come Centro di Assistenza Agricola, ma anche quella della politica, favorendo i progetti in cooperazione.

Nicola Tavoletta
Presidente Nazionale Acli Terra