In una campagna elettorale anticipata, veloce come un colpo di fucile, vi è il tempo del ragionamento oppure solo quello del messaggio mediatico e della reazione emotiva?

A tale interrogativo, anche mortificante, perché la democrazia dovrebbe essere basata sulle condivisioni e sulle contrapposizioni dei ragionamenti, noi dirigenti sindacali dovremmo rispondere esercitando con forza ed efficacia proprio la funzione tipica degli agenti democratici, cioè ripristinando quel confronto ideale e progettuale che favorisca la lucidità elettorale.

Abbiamo un mandato costituzionale che rappresenta una delle essenze del nostro stesso essere.

Sono dirigente di un corpo intermedio, quindi rappresento un pensiero, un ragionamento vivo: “ cogito ergo sum”.

Affermo ciò per puntualizzare la nostra funzione all’interno di una campagna elettorale e quindi in un confronto democratico.

Avremmo anche la sfida di qualificare quel dibattito, magari elevandolo, se avessimo competenza e strumenti, ma queste caratteristiche ce le dobbiamo far riconoscere sul campo ancora una volta.

Allora cosa posso proporre alla classe dirigente di ACLI TERRA per contribuire a costruire un dibattito interno che abbia efficacia esterna nella nostra funzione rappresentativa delle donne e degli uomini impegnati nel mondo rurale e nelle marinerie?

Una prima suggestione è sicuramente l’attenzione al biologico, perchè sono dati recenti quelli che affermano che in Italia abbiamo superato i 2,1 milioni di ettari coltivati con questa pratica, divenendo i quarti in Europa e coprendo così un sesto delle superficie coltivabili.

Bene ha fatto questo Parlamento ad approvare la Legge Gadda in merito, ma tantissimo dobbiamo fare per favorirne i valori economici stringendo la filiera a vantaggio dei produttori e dei consumatori.

Un’altra questione riguarda i due milioni di italiani che vivono le aree interne  e che non cercano, probabilmente, un incremento residenziale, ma politiche per migliorare il proprio stato sociale ed economico in quei luoghi con un turismo assistito da servizi nuovi. Una vita più dignitosa e agibile per chi rimane, grazie ad una attrattività veramente ordinata e redditizia.

Ancora un tema è il welfare per agricoltori, allevatori e pescatori, che va ridisegnato in quanto mestieri a rischio, essendo attivi anche in momenti drammatici e di generale fermo come le pandemie. In particolare riconoscere la qualifica di usurante al mestiere dei pescatori.

Un diritto di gratuità alla formazione professionale a questi operatori e una attenzione scolastica ai loro figli perché in famiglie con una profonda difficoltà nella conciliazione tra genitorialità e professionalità, visti gli orari. Un pescatore, ad esempio, non ha turni diversificati e gli orari gli impediscono di seguire il figlio nel percorso educativo, va aiutato assolutamente, così come una famiglia impegnata nella ristorazione.

Abbiamo poi da introdurre una educazione nazionale alla sostenibilità e alla sicurezza alimentare, dando un ordine di sviluppo a pratiche assolutamente e storicamente necessarie come l’acquacoltura.

Vi è un punto all’ordine del giorno che è probabilmente il primo nella nostra lista: una grande opera di manutenzione degli invasi piccoli e grandi per la sicurezza dell’approvvigionamento idrico, magari provando a modificare il pnrr, portando dal 4% al 6% la spesa per le infrastrutture idriche.

Una diversificazione energetica rientra nelle strategie politiche non solo nei nostri “campi”, ma proprio nei nostri “campi” può trovare sviluppo: penso all’agri voltaico oppure ai parchi eolici marini.

Poi evidenzierei la necessità di un grande piano di sviluppo dell’e-commerce finanziato, ambito nel quale sono già sono impegnate molte regioni.

Infine il tema di una conciliazione fiscale che ridia serenità alle imprese e ai lavoratori che spesso non hanno potuto pagare e che sono stati in prima linea in questi anni difficili nei quali lavoravano sempre e comunque, anche per assecondare gli obblighi della natura, ma avevano contemporaneamente la chiusura di un terminale commerciale fondamentale come la ristorazione.

Consideriamo poi che gli agricoltori e i pescatori sono veri custodi dell’ambiente, quindi hanno una ulteriore funzione sociale per la comunità.

In poche righe ho offerto ai miei colleghi dirigenti di ACLI TERRA alcune proposte, ma sarà un compito collegiale quello di farne un programma tematico da rendere alle nostre ACLI e per rappresentare i nostri iscritti e il nostro ambito culturale, sociale ed economico ai candidati e ai partiti.

Possiamo essere istruttori di un programma di governo in uno scenario elettorale che non ha ancora riferimenti ideali ed orientamenti ideologici diversificati.

Questo scenario non è un bene, per lo meno nella mia visione, ma è una potenzialità che ci chiama ad una sfida di maturità sindacale e politica per colmare un vuoto.

Tale impegno, ovviamente, è stimolante per noi di ACLI TERRA, ma lo è ancora di più nella appartenenza alla grande famiglia della rappresentatività della cultura della dottrina sociale cristiana nel mondo rurale e delle marinerie.

Buon lavoro,

 

       Nicola Tavoletta

Presidente Nazionale ACLI TERRA