La Commissione Europea ha deciso di attivare nuove misure di crisi a sostegno dei settori della pesca e dell’acquacoltura, alle prese con le conseguenze economiche dell’invasione russa dell’Ucraina.
Il meccanismo di crisi del Fondo europeo per gli affari marittimi consente agli Stati membri di concedere una compensazione finanziaria agli operatori per il mancato guadagno dovuto all’attuale perturbazione del mercato, nonché aiuti allo stoccaggio alle organizzazioni di produttori.
L’attivazione del meccanismo di crisi si aggiunge al quadro temporaneo degli aiuti di Stato.
“Sono tutte misure necessarie, assolutamente necessarie, ma sarebbe utile pensare ad un tetto europeo sul controllo dei prezzi energetici – sono le parole di Nicola Tavoletta, Presidente nazionale di ACLI TERRA – La pesca ha bisogno anche di misure di welfare più solide per le famiglie, attese le difficoltà del lavoro dei pescatori, tanto da farlo rientrare anche nella tabella dei mestieri usuranti. Tutto ciò a prescindere dalla crisi ucraina”.
ACLI TERRA, inoltre, segnala che l’attuale crisi ucraina, che rende le colture di mais più ricercate con un incremento del prezzo del 25%, potrebbe spingere i produttori di pomodoro a convertire le produzioni. Tale quadro sarebbe da governare con una regia nazionale in prospettiva, evitando accelerazioni o speculazioni sul breve periodo.
L’associazione professionale agricola delle Acli, quindi, chiede un impegno delle Regioni nel monitorare tali fenomeni, orientando l’equilibrio dei valori economici nella filiera.