La crisi che fa seguito al conflitto in Ucraina sta danneggiando pesantemente non solo il comparto agricolo, come abbiamo già denunciato, ma anche il settore della pesca e degli allevamenti.
L’aumento dei costi del carburante e i limiti imposti dalla PAC sui terreni coltivabili hanno determinato una scarsità di produzione di mangimi. La conseguenza diretta è che gli allevamenti non hanno approvvigionamenti necessari per nutrire il bestiame e molti allevatori sono costretti ad abbatterne i capi. Sul mercato, quindi, diminuisce la distribuzione di latte, carne e uova. Non meno gravi sono le condizioni di vita dei pescatori, la cui attività è fortemente limitata dal caro del gasolio, che non riescono più a portare nei mercati la consueta quantità di pescato.
“Una situazione fin troppo allarmante – il commento di Nicola Tavoletta, presidente nazionale di Acli Terra che chiede che vengano ascoltate le istante delle lavoratrici e dei lavoratori dei comparti agricolo, alimentare e ittico. – È necessario attivare con urgenza l’Energy Recovery Fund, come dichiarato dal Ministro Patuanelli e di garantire il mantenimento del reddito agricolo e la sicurezza alimentare per i cittadini. Inoltre, Acli Terra chiede che venga riconosciuto come usurante il lavoro dei pescatori, tra i più danneggiati da questa terribile crisi”.