A conclusione dei lavori della Presidenza nazionale del 28 marzo, il Presidente nazionale, Michele Zannini, riassumendo i termini di un’approfondita discussione sul processo di riforma della PAC, ha sostenuto l’urgenza di una politica agricola nazionale, divenuta evanescente negli ultimi anni.
In una fase di passaggio tra vecchie e nuove condizioni di mercato e di cultura, entro le quali si determinano le politiche di sviluppo rurale, Acli Terra, mentre conferma la sua attenzione primaria alle condizioni dell’agricoltura familiare, insiste perché siano adeguatamente considerati, anche su scala europea, i temi della sicurezza degli alimenti, della loro qualità certificata e quelli della tutela dell’ambiente e delle biodiversità, che richiedono strategie di diversificazione dei ruoli economici delle aree rurali.
Questo vuol dire, per Acli Terra, in una fase cruciale di transizione tra tradizione e modernità, riposizionare le politiche agricole, da un ambito ancora strettamente settoriale, in un nuovo assetto in cui i temi originari e strutturali ell’agricoltura si compongono con quelli più complessivamente territoriali.
Esiste inoltre, per l’Associazione agricola delle Acli, una peculiare questione contadina che, nel sud, è oggi il pezzo forte della questione meridionale, se è vero che l’agricoltura può svolgere un ruolo trainante dell’economia dell’intero mediterraneo, di cui resta ancora il comparto produttivo più solido.