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“Lionfish in the Mediterranean III”: scienza, società e governance insieme a Monaco per affrontare la sfida del pesce leone

Monaco, 13–15 ottobre 2025 – Si terrà a Monaco la terza edizione della conferenza internazionale “Lionfish in the Mediterranean”, promossa dalla CIESM – Commission Internationale pour l’Exploration Scientifique de la Méditerranée e da ELAFONISOS Eco, con il supporto di Acli Terra come partner professionale e sociale. L’evento riunirà ricercatori, istituzioni, rappresentanti della società civile e operatori economici provenienti da diversi Paesi del Mediterraneo, con l’obiettivo di analizzare l’impatto dell’invasione del pesce leone (Pterois miles) e di costruire insieme soluzioni sostenibili e modelli di sviluppo condivisi. “La ragione di questa conferenza – spiega Laura Giuliano, direttore generale della CIESM – è quella di far incontrare i mondi della ricerca, della società e della governance. In particolare, attraverso la collaborazione con realtà come Elafonisos Eco e con il sostegno delle istituzioni, vogliamo trasformare l’emergenza ‘lionfish’ in una risorsa con potenziale economico, immaginando insieme un modello di sviluppo sostenibile e replicabile nel Mediterraneo.” Durante le tre giornate di lavori, Lionfish in the Mediterranean III affronterà temi centrali come l’ecologia e la biologia marina, le prospettive socio-economiche legate alla gestione delle specie aliene invasive, la creazione di una filiera sostenibile per la valorizzazione del pesce leone e la sensibilizzazione del pubblico. A Elafonisos Eco, guidata da Enrico Toja, sarà affidata la presentazione delle attività di ricerca e dei progetti di networking condotti tra le isole del Mediterraneo, veri e propri laboratori di sostenibilità ambientale. Acli Terra, partner della conferenza, svolge un ruolo fondamentale nel favorire il dialogo tra i diversi settori coinvolti – dal mondo scientifico a quello della pesca e delle marinerie – e nel promuovere una tutela del mare e delle comunità costiere. Il presidente nazionale Nicola Tavoletta interverrà nella sessione del 13 ottobre per presentare le iniziative di Acli Terra a sostegno della pesca sostenibile e della valorizzazione delle economie [...]

Acli Terra e AGCI all’ONU per la promozione dell’impresa familiare nell’agroalimentare

Acli Terra e AGCI (Associazione Generale delle Cooperative Italiane) sono state ricevute oggi a Ginevra per un’audizione con l’Osservatore Permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, mons. Ettore Balestrero. L’incontro, volto a presentare un’analisi e proposte sul ruolo dell’azienda familiare come motore dello sviluppo sostenibile, ha riscosso il pieno appoggio del diplomatico. Durante l’audizione è stato illustrato un documento, elaborato da un team di esperti coordinato dal Professor Attilio Celant, che propone soluzioni concrete per il settore. Tra le proposte chiave del documento figurano: La promozione di percorsi formativi specializzati per i giovani, come gli ITS, per favorire il ricambio generazionale. L’incentivo alla digitalizzazione per colmare il “digital divide” e migliorare la competitività delle imprese. La creazione di “hub sociali” per rompere l’isolamento dei territori rurali e renderli più attrattivi. Nicola Tavoletta, Presidente Nazionale di Acli Terra, ha sottolineato l’importanza della missione: “Questa trasferta a Ginevra è stata fondamentale per tracciare una ‘road map’ che valorizzi la forza economica e sociale del modello dell’impresa familiare nell’agroalimentare. Il nostro obiettivo è rafforzarlo in Italia e in Europa ed esportarlo anche nei Paesi in via di sviluppo. È un modello che ha bisogno di maggiori diritti per i suoi componenti, in particolare sul welfare, ma anche di investimenti in formazione, tecnologia e infrastrutture. Dobbiamo rendere desiderabile l’idea di essere dirigenti in un’impresa familiare, dimostrando che non si tratta di un percorso di serie B rispetto ad altre realtà”. Una impresa epocale come confermato da Antonello Capua, Presidente di AGCI Agroalimentare “Le Family Farm non sono soltanto unità produttive: sono presidi sociali, culturali e ambientali. Hanno garantito per decenni la coesione territoriale, la solidarietà intergenerazionale e la resilienza delle comunità rurali. Ma oggi, la crisi demografica, la [...]

Vendemmia 2025 ottima, ma dazi e sanzioni danneggiano i nostri produttori

Nonostante la vendemmia 2025 si preannunci ottima sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, un’ombra di incertezza incombe sul futuro del settore vitivinicolo italiano a causa delle politiche internazionali su dazi e sanzioni. Lo dichiara Nicola Tavoletta, Presidente nazionale di Acli Terra. “Le notizie che arrivano dai nostri viticoltori offrono un quadro eccellente per la vendemmia 2025, grazie a un ciclo estivo favorevole, con un giugno caldo e abbondanti piogge ad agosto”, ha aggiunto Tavoletta. “In tutte le regioni, da Nord a Sud, la qualità dell’uva è valutata di altissimo livello. In Veneto, ad esempio, ci aspettiamo un aumento dei quantitativi tra il 3 e il 5%, mentre in Franciacorta si è registrato un equilibrio climatico ideale. Anche in Sicilia, seppur sotto media, la produzione è superiore del 10% rispetto al 2024”. Dati positivi disturbati dall’ombra delle politiche internazionali. “È inaccettabile – continua il Presidente di Acli Terra – che i nostri prodotti agroalimentari, simbolo del Made in Italy, vengano mortificati. Ci siamo giocati mercati fondamentali come quello degli Stati Uniti e della Russia. “È inaccettabile che le nostre eccellenze agroalimentari, come il vino e la mozzarella di bufala, siano ostacolate da dazi e sanzioni che minacciano la loro competitività sui mercati esteri”, ha dichiarato Tavoletta. “Il vino, che non avrebbe dovuto subire dazi, oggi è soggetto a tassazione del 15% a vantaggio di altri settori come l’automotive. Pensiamo al Moscato piemontese che realizza all’estero oltre il 90% del proprio fatturato con un’esposizione forte su due mercati: quello russo per l’Asti Spumante e gli Usa per il Moscato d’Asti”. “Non possiamo vendere la mozzarella di bufala in Russia per le sanzioni,” ha aggiunto ancora Tavoletta. “È evidente che né il vino né la mozzarella [...]

L’Italian Sounding: una minaccia da combattere con Blockchain e Innovazione

II Fascino del "Made in Italy" di Enrico Sgariboldi Dal Parmigiano Reggiano ai prosciutti, dalle calzature di lusso al design d'arredamento, il "Made in Italy" è sinonimo di eccellenza e qualità in ogni angolo del globo. Ma dietro questa icona si cela un'ombra sempre più lunga: l'Italian Sounding, un fenomeno che erode miliardi di euro all'economia italiana e inganna milioni di consumatori. A differenza della contraffazione pura, che riproduce marchi e prodotti identici, l'Italian Sounding si insinua nelle maglie dell'ambiguità, utilizzando nomi, colori, simboli o iconografie che richiamano l'Italia senza che il prodotto abbia alcuna origine o legame con il nostro Paese. È un inganno sottile ma potente, che sfrutta la reputazione secolare dei prodotti italiani per trarre profitto illecito. Questo articolo si propone di fare luce sull'entità del problema dell'Italian Sounding, esplorando non solo le sue implicazioni economiche e reputazionali, ma anche le strategie innovative messe in campo per contrastarlo. In particolare, approfondiremo il potenziale rivoluzionario della blockchain e di altre soluzioni tecnologiche e legislative per garantire trasparenza e autenticità lungo tutta la filiera agroalimentare e manifatturiera italiana. L'Entità del Problema - Numeri e conseguenze Le cifre del fenomeno Italian Sounding sono impressionanti quanto allarmanti. Si stima che il valore dell'Italian Sounding superi i 100 miliardi di euro all'anno, più del doppio del valore delle esportazioni agroalimentari autentiche italiane. Il settore del cibo è il più colpito, con prodotti come il "Parmesan" americano o il "Prosciutto di Parma" prodotto in Canada che invadono i mercati mondiali, sfruttando nomi e tradizioni che appartengono esclusivamente al nostro Paese. Oltre al danno economico diretto, l'Italian Sounding erode la fiducia dei consumatori e offusca l'immagine di qualità e autenticità che l'Italia ha costruito nel tempo. Un consumatore deluso da [...]

Cordoglio per la perdita di Teresa Coppola

La Presidenza Nazionale di Acli Terra con tristezza annuncia la scomparsa dell'amica e collega , Presidente regionale dell'Associazione. Il Presidente Nicola Tavoletta, la Vice Presidente Vicaria Arianna Zizzo, sua conterranea, e tutti i componenti della Presidenza e della comunità di Acli Terra si stringono intorno al marito Ernesto e a tutta la famiglia.

Dermatite nodulare bovina in Sardegna – Massimo supporto agli allevatori

Roma, 25 giugno 2025 – “Le dichiarazioni del senatore Silvio Lai sul primo caso italiano di dermatite nodulare contagiosa dei bovini, confermato in Sardegna, accendono i riflettori su un’emergenza sanitaria che non può essere sottovalutata. Esprimiamo pieno sostegno agli allevatori sardi, che si trovano a fronteggiare una minaccia seria al proprio lavoro e alla salute degli animali”, dichiara Nicola Tavoletta, presidente nazionale di Acli Terra, in merito all’allarme lanciato oggi dal parlamentare sardo. “La dermatite nodulare è una malattia virale a rapida diffusione, con impatti economici e sanitari rilevanti. Accogliamo con attenzione le parole del senatore Lai e chiediamo al Ministero della Salute e a tutte le autorità competenti di attivare tempestivamente tutte le misure di contenimento, prevenzione e monitoraggio, rafforzando la sorveglianza veterinaria e coinvolgendo attivamente le organizzazioni del mondo agricolo”, prosegue Tavoletta. “È fondamentale proteggere un comparto, quello zootecnico, che in Sardegna rappresenta un presidio insostituibile di economia, tradizione e coesione sociale. Occorre affiancare gli allevatori con strumenti efficaci, indennizzi adeguati e una corretta informazione tecnica e scientifica. Acli Terra è pronta a fare la sua parte, lavorando in rete con le istituzioni e con il territorio.”

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